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Pianta interrativa:

lato ovest cancello in ferro balconi ingresso lato nord colonna portante cenotafio porta nord ovest stanze pittura chiostro porta nord est pozzetta lato est portale chiesa passaggio gancio in pietra pozzo ingresso cucina apertura ovale lato sud

0: centro del chiostro: lo si deduce dalle accennate discese verso i quattro lati; vi era collocato il pozzo.

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 I. LATO OVEST: per i cistercensi, era dedicato all’amore per il prossimo; si accedeva ai locali quali l’infermeria, la foresteria (per l’accoglienza), la dispensa.

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1. cancello in ferro: opera del Torelli, era l’antico ingresso da cui si accedeva ai luoghi dei conversi, poi reso accesso residenza celestini e in seguito ai privati.

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2. balconi: in alto, fu residenza abate e principe, ora residenza privata.

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 II. LATO NORD: per i monaci, era dedicato all’amore per Dio; era il luogo della lettura e della meditazione.

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3. ingresso: era un accesso al corridoio.

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4. colonna portante: in linea col chiostro e al centro degli archi rampanti.

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5. Cenotafio: parte dell'originario cenotafio (monumento sepolcrale che viene eretto per ricordare una persona o un gruppo di persone sepolte in altro luogo. La parola, che deriva dal greco, significa "tomba vuota": Kenos, vuoto e Taphos, tomba), forse spostata qui in seguito, commemora l’abate Turco. Riguardo al significato, clicca qui  o Torna su

6. porta nord ovest:  ingresso corridoio nord, ora “ex lavanderia”.

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7. stanze: per conversi (= novizi)  celestini. Un riferimento è nel prezioso studio del Pasquandrea (p. 114). Torna su

8. pittura altezza chiostro: lasciato dai celestini per ricordare l’altezza delle mura dell’antico chiostro. Torna su

 9. porta nord est: ingresso corridoio nord per il seggio dell’abate, ora deposito privato. Torna su

10. pozzetta: testimonianza dei celestini per ricordare la profondità dell’antico chiostro. Torna su

N.D.

III. LATO EST: per i monaci, era dedicato al disprezzo di sé. Si accedeva al Capitolo, alla Chiesa, al lavoro. Torna su

11. portale chiesa: ingresso attuale creato dai celestini.

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12. passaggio: creato da Raffaele Galante per accedere ai suoi appartamenti.

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IV. LATO SUD: era dedicato, per i monaci, al disprezzo del mondo. Si accedeva alla cucina e al refettorio. Torna su
13. gancio in pietra: lasciato dai celestini per ricordare la collocazione dell’antico lavabo dei monaci, forse di epoca benedettina. Torna su
14. Attuale pozzo: collocato dai celestini durante la ristrutturazione del monastero, forse di epoca benedettina, poi rimaneggiato. Torna su
15. Ingresso cucina: in corrispondenza con l’arco rampante del contrafforte racchiuso.

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16. Apertura ovale: lasciato dai celestini per ricordare l’incrocio tra i corridoi sud e ovest.

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Sul Cenotafio (n. 5), si Legge:

ReverendissiMŬS PrioŘ D. IOSE RM M.ario TURCO

 COABBAS CAELESTINO., rum

ORDINARIUS MaximusŜ INSIGNIS

 ABBatiae. Sanctae. MARIAE DE RIPALTA

NULLIUS (diocoesis)

ANNO DomiŇI MDCCLVXIIII (= mdcclxviiii) 

 

Reverendissimo Priore Signor Giuseppe

(rispettabilissimo maestro?) Mario Turco

Coabate dei Celestini

Ordinario (ecclesiastico)

dalle massime insegne (episcopali)

(Abate) dell’Abbazia di Santa Maria di Ripalta

Indipendente (dalla Diocesi)

Anno del Signore 1769

Reverendissimo Priore Signor Giuseppe

(rispettabilissimo maestro?) Mario Turco

Coabate dei Celestini

Ordinario (ecclesiastico)

dalle massime insegne (episcopali)

(Abate) dell’Abbazia di Santa Maria di Ripalta

Indipendente (dalla Diocesi)

Anno del Signore 1769

Reverendissimo Priore Signor Giuseppe (R? Munifico?) Mario Turco

Coabate dei Celestini

Ordinario (ecclesiastico)  dalle massime insegne (episcopali)

(Abate) dell’Abbazia di Santa Maria di Ripalta

Indipendente (dalla Diocesi)

Anno del Signore 1769

 

Per approfondire il testo della lapide:

Priore: direttore dell'ordine; Coabate: abate nel proprio territorio, dipendente dall'abate generale, nel nostro caso quello di S. Spirito sulla Maiella; massime insegne ...: poteva portare mitra, anello e pastorale, come il vescovo; nullius: indipendente nella gestione e nell'amministrazione, dal vescovo diocesano.

(Abate) ordinario: de regimine, superiore maggiore. Piena autorità sul proprio monastero, nel foro interno ed esterno; eletto; età minima 30 anni compiuti; nato da matrimonio canonicamente legittimo; professo (religioso) da almeno 10 anni; confermato dal superiore immediato (nel nostro caso, dall’abate di S. Spirito sulla Maiella) e dalla S. Sede; può conferire ai suoi sudditi la tonsura e gli ordini minori; usa nel proprio territorio le insegne episcopali.

Nullius: oltre a una giurisdizione propria, di carattere eccezionale, esente dall’autorità episcopale, può essere su un territorio proprio, staccato da qualsiasi diocesi (nullius o nullius dioecesos). È nominato, o almeno confermato, dal Papa. Deve avere, oltre le qualità, oltre a poteri e obblighi, e le insegne del Vescovo.

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